Saggio
Keep your Hands Off That, it’s in England: Kireeva v Bedzhamov and Almeqham v Al Sanea & Ors, a stark wake up call to Overseas Insolvency Practitioners*
Giù le mani da quello, è in Inghilterra: Kireeva v Bedzhamov and Almegham v Al Sanea & Ors, un campanello d’allarme per gli amministratori delle procedure di insolvenza d’oltremare
Andrea Angelo Terraneo, Avvocato in Milano e senior insolvency administrator in Southampton
6 Ottobre 2025
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Sommario:
2 . Riconoscimento delle Procedure Concorsuali in Inghilterra
2a . Cross Border Insolvency Regulations 2006 (“CBIR”)
2b . Section 426 dell’Insolvency Act 1986
3 . Kireeva v Bedzhamov – Un Balletto Russo su una Proprietà Londinese
3b . La Decisione della Supreme Court
4 . Almengham v Al Sanea – Un Carosello Saudita su 19 Proprietà Inglesi
4b . La Decisione della High Court
5 . La “Rule on Immovables” ed il suo effetto sullo spossessamento concorsuale
2 . Recognition of Insolvency Procedures in the England
2a . Cross Border Insolvency Regulations 2006 (CBIR)
2b . Section 426 of the Insolvency Act 1986
3 . Kireeva v Bedzhamov – A Russian Ballet on a London Property
3b . The Decision of the Supreme Court
4 . Almeqham v Al Sanea – A Saudi carousel on 19 English Properties
4b . The Decision of the High Court
Il riconoscimento e l’esercizio dei diritti di un curatore fallimentare costituiscono sempre un delicato bilanciamento tra diritto fallimentare internazionale e diritto locale. A volte, i curatori possono contare sui poteri della propria giurisdizione all’estero, si pensi, ad esempio, all’art. 21 del Regolamento UE 2015/848 sull’Insolvenza Transfrontaliera. Altre volte, invece, devono cercare di ottenere il riconoscimento della procedura concorsuale nel paese in cui intendono operare, prima di poter esercitare i propri poteri e prerogative in quello Stato. In questo secondo caso, la natura della procedura di insolvenza gioca un ruolo cruciale nella scelta del percorso giuridico da seguire e nelle conseguenze che tale riconoscimento comporta.
Il riconoscimento secondo la common law ha effetti più limitati. È soggetto al controllo di compatibilità con l’ordine pubblico, ed è subordinato al diritto inglese. Pertanto, non verrà applicata alcuna disposizione del diritto straniero che contrasti con la legislazione inglese. I poteri degli amministratori delle procedure di insolvenza stranieri saranno ristretti e limitati, e l’assistenza ottenibile è stata ulteriormente ridotta dalla decisione della Corte Suprema in Rubin v Eurofinance SA [2010] UKSC 0184.
Di conseguenza, la procedura fallimentare russa del sig. Bedzhamov era una procedura non-COMI (cioè non avente come centro degli interessi principali la Russia) e lo stesso non aveva alcuna stabile organizzazione (“un luogo di attività in cui il debitore eserciti un’attività economica non transitoria con mezzi umani e beni o servizi”[9]) in Russia al momento della dichiarazione di fallimento.
Tra il febbraio e il maggio 2009, Al Sanea organizzò il trasferimento di vari appezzamenti di terreno sauditi, detenuti personalmente o tramite STC, ai membri della sua famiglia immediata — in particolare a moglie e figli. Il tribunale saudita concluse successivamente che tali trasferimenti erano fraudolenti e dovevano essere revocati. Nel maggio 2009, il Re dell’Arabia Saudita emise freezing orders nei confronti dei beni di Al Sanea e della sua famiglia.
Nel marzo 2022, il tribunale saudita nominò il Sig. Almeqham come curatore di Al Sanea e di STC. In base al diritto saudita, la titolarità giuridica dei beni dei debitori passò a lui. La High Court of Justice riconobbe la sua nomina nel febbraio 2024 ai sensi dell’art. 20 del CBIR 2006, la quale comportava una sospensione automatica delle azioni riguardanti i beni dei debitori in Inghilterra. Tuttavia, Almeqham non richiese alcun provvedimento ai sensi dell’art. 21(1)(e), cioè un ordine di affidamento dell’amministrazione o della realizzazione “of all or part of the debtor's assets located in Great Britain to the foreign representative or another person designated by the court”.
In seguito a tale riconoscimento, Almeqham instaurò un contenzioso in Inghilterra contro Al Sanea e cinque società offshore del Saad Group (“Offshore Defendants”). Egli sostenne che, nonostante i freezing orders riguardanti i suoi beni del 2009, Al Sanea avesse continuato a cercare di occultare il suo patrimonio. In particolare, si affermò che nel 2012 19 proprietà inglesi furono trasferite dal Saad Group agli Offshore Defendants. Tali trasferimenti sarebbero avvenuti in cambio di sei appezzamenti di terreno in Arabia Saudita — terreni che, in realtà, non furono mai trasferiti alle entità del Saad Group.
Il curatore avanzò due principali pretese: (i) Trust Claim: sostenendo che gli Offshore Defendants detenessero le proprietà inglesi in trust risultante o costruttivo per Al Sanea e/o STC. Pertanto, la titolarità giuridica sarebbe passata al curatore in virtù della sua nomina riconosciuta; (ii) s423 Claim (alternativa): in subordine, chiese un ordine ai sensi della s423 Insolvency Act 1986 per acquisire la titolarità delle proprietà, sostenendo che i trasferimenti del 2012 fossero stati effettuati con l’intento di sottrarli alla portata dei creditori di Al Sanea e di STC.
Come noto ai lettori, la cosiddetta lex fori concursus determina gli effetti dello spossessamento nel Paese in cui si apre la procedura principale COMI. Ad esempio, nell’Unione Europea tutti i beni del debitore confluiscono automaticamente nella procedura principale aperta nel COMI, salvo apertura di una procedura secondaria nello Stato interessato.
A partire dalla famigerata Rule in Gibbs, la common law inglese ostacola l’applicazione del principio universalistico che dovrebbe prevalere nei casi di insolvenza transfrontaliera ed aumenta le complessità quando sono coinvolti creditori o beni immobili inglesi. Allo stesso tempo, limita le possibilità di una gestione ordinata delle procedure concorsuali che non rientrano nei due canali di accesso menzionati.
Si può sostenere che un creditore che abbia già presentato istanza nella procedura estera non dovrebbe poter far valere i propri diritti all’esterno di quella sede. Tuttavia, tale argomento si scontra con gli effetti delle procedure estere in Inghilterra prima di qualsiasi riconoscimento. In aggiunta, se il curatore estero non partecipasse al procedimento prefallimentare in Inghilterra, o per sollevare il principio della lis alibi pendens nel corso di tali procedimento, o per il tramite di un’autonoma istanza per il riconoscimento della propria procedura in Inghilterra con richiesta dei provvedimenti di cui all’art. 19 CBIR sospendendo pertanto richiedendo di sospendere ogni azione intrapresa dai creditori, questi potrebbe ben essere impossibilitato a richiedere di rivedere ogni decisione presa. Pertanto, creditori più scaltri possono approfittare della situazione attuale avviando procedure esecutive individuali[42] e realizzando i beni inglesi del debitore secondo il criterio del “first past the post” per il loro esclusivo tornaconto, riducendo così le risorse disponibili per i creditori nella procedura estera.
Rule on Immovables
The Supreme Court reiterated[10] in strong terms that the immovables rule is “[…] a substantive rule of English law and, unless some exception exists applicable in the case of a foreign bankruptcy, it will apply to the claims of foreign trustees […]”.
Between February and May 2009, Mr Al‑Sanea arranged for the transfer of various parcels of Saudi land, held either personally or through STC, to members of his immediate family—specifically his wife and children. The Saudi courts later concluded that these transfers were fraudulent and should be reversed. In May 2009, the King of Saudi Arabia issued orders freezing the assets of Mr Al‑Sanea and his family.
In March 2022, the Saudi courts appointed Mr Almeqham as the liquidation trustee of Mr Al‑Sanea and STC. Under Saudi law, legal title to the debtors’ assets vested in him. The English courts subsequently recognised his appointment in February 2024 under art. 20 of the Cross‑Border Insolvency Regulations 2006 (CBIR), which imposed an automatic stay on actions concerning the debtors’ assets within England. No relief pursuant to art. 21(1)(e), an order for entrustment of the administration or realisation “of all or part of the debtor's assets located in Great Britain to the foreign representative or another person designated by the court”, was sought by Mr Almeqham.
Following this recognition, Mr Almeqham commenced proceedings in England against Mr Al‑Sanea and five offshore Saad Group companies (the “Offshore Defendants”). He alleged that, notwithstanding the 2009 asset-freezing orders, Mr Al‑Sanea had continued efforts to conceal assets. In particular, it was alleged that in 2012, 19 English properties were transferred by the Saad Group to the Offshore Defendants. These transfers were said to be made in purported exchange for six parcels of land in Saudi Arabia—land which, in fact, was never transferred to the relevant Saad entities.
The liquidation trustee advanced two primary claims: (i) a Trust Claim: alleging that the Offshore Defendants held the English properties on resulting or constructive trust for Mr Al‑Sanea and/or STC. Accordingly, legal title was said to have passed to the trustee by virtue of his recognised appointment. (ii) An additional Section 423 Claim: in the alternative, the trustee sought an order under s423 of the Insolvency Act 1986 to vest title in him on the basis that the 2012 transfers had been carried out with the intention of putting the properties beyond the reach of the creditors of Mr Al‑Sanea and STC. Given the scope of the present article, the aspects related to the Section 423 Claim are not going to be analysed.
Note: