Giuseppe Rebecca, Dottore commercialista in Vicenza
DUE PROPOSTE DIROMPENTI PER LE PROCEDURE CONCORSUALI
9 Settembre 2021
Si propongono allora due particolari interventi, forse non così rilevanti , ma non per questo meno importanti. Ci riferiamo alle sanzioni e alle penalità come pure ai privilegi, sempre con riferimento alle procedure concorsuali .
Sanzioni
L’erario e gli enti coinvolti non ci rimetterebbero nulla, barattando le sanzioni con la velocità del pagamento , e i creditori potrebbero così trovare alla fine maggiore soddisfazione. Certo il curatore , o anche il commissario, nel caso di estensione della fattispecie anche ai concordati preventivi, dovrebbero fare delle previsioni, dei conteggi ad hoc, e appunto pagare eventualmente anche prima del dovuto imposte e contributi , a fronte di una riduzione del loro ammontare, ovviamente sempre senza ledere il principio della parità di trattamento . In fin dei conti, le sanzioni e le penalità sono applicabili solo a creditori particolari , quali l’erario e gli enti previdenziali, non ai creditori privati.
Altro suggerimento , indubbiamente molto più dirompente, riguarda la ripartizione proporzionale delle perdite a tutti i creditori ammessi allo stato passivo.
La situazione odierna è caratterizzata da una selva di privilegi, frutto di poche norme di base implementate nel tempo sulla base di spinte da parte di tante categorie. E così i creditori chirografari sono sempre più i veri paria del fallimento, quelli che ne sopportano il peso maggiore, se non addirittura integrale. E’ evidente la disparità di trattamento , seppur motivata.
I creditori privilegiati assorbono quasi sempre tutto l’attivo del fallimento, e questo potrebbe essere messo in discussione . Al di là di una necessaria e pare anche prevista rivisitazione dei privilegi, con congruo sfoltimento delle previsioni, potrebbe risultare interessante una semplice innovazione. Si potrebbe ipotizzare di ripartire una perdita, necessariamente piccola, a tutte le categorie di soggetti creditori, quelli in privilegio e quelli in chirografo, esclusi i creditori in prededuzione, vista la loro particolare caratteristica. E la perdita potrebbe aumentare con il passaggio ai successivi privilegi nella scala dei privilegi stessi. Una semplificazione : si potrebbe attribuire alla prededuzione il pagamento pieno, ai dipendenti ammessi in privilegio una perdita dell’1%, agli enti previdenziali una perdita del 5%, ai professionisti, artigiani e agenti una perdita del %, alle imposte una perdita del % e così via… . Ciò per tutti i creditori, o almeno quelli con il credito più recente. La percentuale non sarebbe rilevante per il singolo creditore, e consentirebbe sicuramente di soddisfare più creditori; i creditori chirografari potrebbero quindi aspirare a una qualche maggiore soddisfazione, con un piccolo sacrificio, del tutto sostenibile, da parte degli altri creditori.
Giuseppe Rebecca
4 Agosto 2021 20:27
Ma anche solo per i concordati in continuità ex art. 186 bis L.F., che dovrebbero godere di un favor in ottica economico-sociale, basterebbe accettare l'orientamento della Corte D'appello di Venezia del 19 luglio 2019, che qualifica come "nuova finanza" i flussi generati dalla gestione in continuità .
10 Settembre 2021 8:29
Il nuovo risanamento assistito e il concordato agevolato graverà esclusivamente sui creditori privilegiati.
Credo sia rischioso per il curatore calcolare la convenienza di “liberarsi” del creditore previdenziale e tributario, con la giustificazione che si pagano solo i contributi e le imposte.
La liquidazione concorsuale registra successi e insuccessi non prevedibili e disporre che nel primo piano di riparto (che potrebbe prevedere il pagamento solo delle prededuzioni e degli ipotecari) siano pagati INPS e ERARIO, scavalcando, anche se provvisoriamente, altri creditori con grado anteriore, la trovo pericolosa per il curatore nonché per il liquidatore giudiziale
RIDISTRIBUZIONE DELLE PERDITE
Ritengo sia difficile “TOCCARE I PRIVILEGI” .
Sarebbe più semplice prevedere che la perdita del credito non abbia solo l’utilizzo tributario ( diminuzione di utile dichiarato oppure aumento della perdita dichiarata): la differenza, che rimane sempre perdita di credito, potrebbe essere “ripresa-ripescata” e concedere un credito di imposta.
Ad es:
- perdita del credito euro 100;
- beneficio tributario (minori imposte) derivante dall’imputazione nel bilancio di esercizio 40 euro
- residuo 60 (che rimane ancora perdita) : assegnare il credito di imposta la 50% e pertanto recupero 30, ma perdo sempre 30!
- perdita 100 euro: recupero 70 Euro (40 dalle imposte nella dichiarazione dei redditi e 30 dal credito di imposta) Aiuto di Stato?
23 Settembre 2021 20:54
In tal modo parte il credito verrebbe trattato in parte come privilegiato e in parte come chirografo, di fatto diminuendo l’incidenza del monte dei privilegiati sull’attivo distribuibile.
Giulia Gabassi
27 Settembre 2021 12:13
In tal modo parte il credito verrebbe trattato in parte come privilegiato e in parte come chirografo, di fatto diminuendo l’incidenza del monte dei privilegiati sull’attivo distribuibile.
Giulia Gabassi
5 Ottobre 2021 20:09
Anzi, riguardo alla seconda, mi sento ancora più audace: trovo che i privilegi siano assai "diseducativi" quanto al comportamento degli attori sul mercato economico e sono indice di una mentalità antiquata. A prescindere dai privilegi legati ai crediti da lavoro dipendente che sicuramente sono da conservare, la mia opinione è che gran parte di tutti i restanti privilegi vadano drasticamente aboliti o ridimensionati, in modo da spingere gli operatori ad un comportamento virtuoso in "autotutela" delle loro posizioni economiche sin dal momento in cui sono stipulati i contratti di fornitura che poi porteranno all'emergere dei crediti. In altre parole, se gli operatori sapessero dall'inizio che il loro credito non è "assistito", prenderebbero fin dall'inizio decisioni più oculate, evitando di concedere eccessivo credito al cliente, impostando una sana di procedura di affidamento cliente per cliente, interromperebbero i rapporti precocemente onde evitare di accumulare crediti eccessivi. Alla lunga, il cattivo pagatore (che spesso è anche cattivo imprenditore) verrebbe emarginato quasi automaticamente dal mercato, con tutti i positivi effetti che questo comporterebbe. Nella mia esperienza ho visto, ad esempio, avvocati che hanno tranquillamente lavorato anni ed anni per un cliente che non pagava mai, accumulando ingenti crediti professionali fidando proprio nel privilegio mobiliare. Ecco, questi comportamenti, a mio parere, non sono tollerabili in un mercato efficiente, sono nicchie di privilegio alquanto immotivate: se il cliente non paga, l'avvocato o il fornitore devono cessare di assisterlo, altrimenti si consente che costui continui ad operare, magari fatturando sottocosto pur di continuare a lavorare, danneggiando così le imprese concorrenti e inquinando l'efficienza e la sana concorrenza del mercato.
6 Ottobre 2021 20:54
Anzi, riguardo alla seconda, mi sento ancora più audace: trovo che i privilegi siano assai "diseducativi" quanto al comportamento degli attori sul mercato economico e sono indice di una mentalità antiquata. A prescindere dai privilegi legati ai crediti da lavoro dipendente che sicuramente sono da conservare, la mia opinione è che gran parte di tutti i restanti privilegi vadano drasticamente aboliti o ridimensionati, in modo da spingere gli operatori ad un comportamento virtuoso in "autotutela" delle loro posizioni economiche sin dal momento in cui sono stipulati i contratti di fornitura che poi porteranno all'emergere dei crediti. In altre parole, se gli operatori sapessero dall'inizio che il loro credito non è "assistito", prenderebbero fin dall'inizio decisioni più oculate, evitando di concedere eccessivo credito al cliente, impostando una sana di procedura di affidamento cliente per cliente, interromperebbero i rapporti precocemente onde evitare di accumulare crediti eccessivi. Alla lunga, il cattivo pagatore (che spesso è anche cattivo imprenditore) verrebbe emarginato quasi automaticamente dal mercato, con tutti i positivi effetti che questo comporterebbe. Nella mia esperienza ho visto, ad esempio, avvocati che hanno tranquillamente lavorato anni ed anni per un cliente che non pagava mai, accumulando ingenti crediti professionali fidando proprio nel privilegio mobiliare. Ecco, questi comportamenti, a mio parere, non sono tollerabili in un mercato efficiente, sono nicchie di privilegio alquanto immotivate: se il cliente non paga, l'avvocato o il fornitore devono cessare di assisterlo, altrimenti si consente che costui continui ad operare, magari fatturando sottocosto pur di continuare a lavorare, danneggiando così le imprese concorrenti e inquinando l'efficienza e la sana concorrenza del mercato.
In ogni caso i privilegi, oltre a gravare tutti, indistintamente, su una unica categoria di soggetti, i creditori chirografari, che in buona sostanza sono i fornitori dell'impresa, quelli senza i quali l'attività non potrebbe nemmeno essere svolta, possono anche di fatto limitare i controlli sulla situazione aziendale del cliente. Una maggiore attenzione potrebbe alla fin fine avvantaggiare tutti.