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Giuseppe Rebecca, Dottore commercialista in Vicenza

DUE PROPOSTE DIROMPENTI PER LE PROCEDURE CONCORSUALI

9 Settembre 2021

Il  Codice della Crisi ha un avvio tormentato ,  e la sua entrata in vigore continua a slittare , sia per motivi contingenti, sia anche, almeno a nostro avviso, per  sue specifiche incongruenze . Appare infatti troppo drastico e fors’anche un po’  dirigistico, per certi versi . C’è tempo per qualche aggiustamento .

Si propongono allora  due particolari interventi, forse non così rilevanti , ma non per questo meno importanti. Ci riferiamo alle  sanzioni e alle penalità come pure ai privilegi, sempre con riferimento alle procedure concorsuali .

Sanzioni
Quanto alle sanzioni e penalità, si potrebbe  prevedere che  multe, ammende, pene pecuniarie, pene accessorie e qualsiasi penalità (di ogni genere, oppure solo fiscali) vengano annullate in caso di pagamento integrale, in sede di primo  riparto, del debito in conto capitale (un po’ come è stato fatto, una tantum, con la legge n. 410 del 29 novembre 1997, art. 6 bis, conversione del D.L. 29 settembre 1997 n. 328, legge molto intelligente  che non ci pare sia stata poi riproposta).
L’erario e gli enti coinvolti non ci rimetterebbero nulla, barattando le sanzioni con la velocità del pagamento ,  e i creditori potrebbero così trovare  alla fine maggiore soddisfazione. Certo il curatore , o anche il commissario, nel caso di estensione della fattispecie  anche ai concordati preventivi, dovrebbero fare delle previsioni, dei conteggi ad hoc, e appunto pagare  eventualmente anche prima del dovuto imposte  e contributi , a fronte di una riduzione del loro ammontare, ovviamente sempre senza ledere il principio della parità di trattamento .  In fin dei conti, le sanzioni e le penalità sono applicabili  solo a creditori  particolari , quali l’erario e gli enti previdenziali, non ai creditori privati. 

Ridistribuzione  delle perdite

Altro suggerimento ,  indubbiamente molto più dirompente, riguarda la ripartizione proporzionale delle perdite a tutti i creditori ammessi allo stato passivo.
La situazione odierna è caratterizzata da  una selva di privilegi, frutto di poche norme di base implementate nel tempo sulla base di spinte da parte  di tante categorie. E così  i creditori chirografari sono sempre più i veri paria del fallimento, quelli che ne sopportano il peso maggiore, se non addirittura integrale. E’ evidente la disparità di trattamento , seppur  motivata.
I creditori privilegiati assorbono quasi sempre tutto l’attivo del fallimento, e questo potrebbe essere messo in discussione . Al di là di una necessaria  e pare anche prevista rivisitazione dei privilegi, con congruo sfoltimento  delle previsioni, potrebbe risultare interessante una semplice innovazione.  Si potrebbe ipotizzare di ripartire una perdita, necessariamente piccola, a tutte le categorie di soggetti creditori, quelli in privilegio e quelli in chirografo, esclusi i creditori in prededuzione, vista la loro particolare caratteristica. E la  perdita potrebbe  aumentare con il passaggio ai successivi privilegi nella scala dei privilegi stessi. Una semplificazione : si potrebbe attribuire alla prededuzione il pagamento pieno, ai dipendenti ammessi in privilegio  una perdita dell’1%, agli enti previdenziali una perdita del 5%, ai professionisti, artigiani e agenti una perdita del %, alle imposte una perdita del % e così via… . Ciò per tutti i creditori, o almeno quelli con il credito più recente. La percentuale non sarebbe rilevante per il singolo creditore, e consentirebbe sicuramente di soddisfare più creditori; i creditori chirografari potrebbero quindi aspirare a una  qualche maggiore soddisfazione, con un piccolo sacrificio, del tutto sostenibile, da parte  degli altri creditori.

Cosa ne pensano i lettori ?  E che altre proposte propongono  in merito ad una minor penalizzazione dei creditori chirografari  ? 
Giuseppe Rebecca

 
GIANFRANCO PERACIN, DOTTORE COMMERCIALISTA IN PADOVA

4 Agosto 2021 18:27

Per quanto concerne i privilegi, quantomeno nel concordato preventivo, basterebbe una lettura flessibile dell'art. 160 comma 2, permettendone la derubricazione a chirografo dei privilegi generali mobiliari in presenza del cosiddetto "quid pluris concordatario", secondo una logica a scalini (non inferiore a) anziché a riempimento (prima pago il 100% di quello sopra per poi passare alla posizione subordinata).
Ma anche solo per i concordati in continuità ex art. 186 bis L.F., che dovrebbero godere di un favor in ottica economico-sociale, basterebbe accettare l'orientamento della Corte D'appello di Venezia del 19 luglio 2019, che qualifica come "nuova finanza" i flussi generati dalla gestione in continuità .
Nerio De Bortoli, Dottore Commercialista in Cavallino-Treporti

10 Settembre 2021 6:29

Sanzioni
Il nuovo risanamento assistito e il concordato agevolato graverà esclusivamente sui creditori privilegiati.
Credo sia rischioso per il curatore calcolare la convenienza di “liberarsi” del creditore previdenziale e tributario, con la giustificazione che si pagano solo i contributi e le imposte.
La liquidazione concorsuale registra successi e insuccessi non prevedibili e disporre che nel primo piano di riparto (che potrebbe prevedere il pagamento solo delle prededuzioni e degli ipotecari) siano pagati INPS e ERARIO, scavalcando, anche se provvisoriamente, altri creditori con grado anteriore, la trovo pericolosa per il curatore nonché per il liquidatore giudiziale

RIDISTRIBUZIONE DELLE PERDITE

Ritengo sia difficile “TOCCARE I PRIVILEGI” .
Sarebbe più semplice prevedere che la perdita del credito non abbia solo l’utilizzo tributario ( diminuzione di utile dichiarato oppure aumento della perdita dichiarata): la differenza, che rimane sempre perdita di credito, potrebbe essere “ripresa-ripescata” e concedere un credito di imposta.
Ad es:
- perdita del credito euro 100;
- beneficio tributario (minori imposte) derivante dall’imputazione nel bilancio di esercizio 40 euro
- residuo 60 (che rimane ancora perdita) : assegnare il credito di imposta la 50% e pertanto recupero 30, ma perdo sempre 30!
- perdita 100 euro: recupero 70 Euro (40 dalle imposte nella dichiarazione dei redditi e 30 dal credito di imposta) Aiuto di Stato?
Giulia Gabassi, Avvocato in Udine

23 Settembre 2021 18:54

Con riferimento alla seconda proposta, RIDISTRIBUZIONE DELLE PERDITE, senza entrare in questa sede nel merito dell’opportunità della stessa, sotto il profilo tecnico potrebbe forse essere facilmente realizzata con una modifica legislativa unica e semplice, che preveda che il privilegio (qualunque esso sia) si applichi solamente a una certa percentuale del credito ammesso/riconosciuto, analogamente a quanto previsto dall’art. 6 del Codice della Crisi, il quale precisa che sono prededucibili i crediti professionali (funzionali all’omologazione dell’accordo di ristrutturazione o al concordato preventivo) nei limiti del 75% del credito accertato.
In tal modo parte il credito verrebbe trattato in parte come privilegiato e in parte come chirografo, di fatto diminuendo l’incidenza del monte dei privilegiati sull’attivo distribuibile.
Giulia Gabassi
giuseppe rebecca, dottore commercialista in Vicenza

27 Settembre 2021 10:13

Con riferimento alla seconda proposta, RIDISTRIBUZIONE DELLE PERDITE, senza entrare in questa sede nel merito dell’opportunità della stessa, sotto il profilo tecnico potrebbe forse essere facilmente realizzata con una modifica legislativa unica e semplice, che preveda che il privilegio (qualunque esso sia) si applichi solamente a una certa percentuale del credito ammesso/riconosciuto, analogamente a quanto previsto dall’art. 6 del Codice della Crisi, il quale precisa che sono prededucibili i crediti professionali (funzionali all’omologazione dell’accordo di ristrutturazione o al concordato preventivo) nei limiti del 75% del credito accertato.
In tal modo parte il credito verrebbe trattato in parte come privilegiato e in parte come chirografo, di fatto diminuendo l’incidenza del monte dei privilegiati sull’attivo distribuibile.
Giulia Gabassi
Giustissima e molto pratica la soluzione indicata dall'Avv. Giulia Gabassi . In effetti , anzichè escludere un credito, o meglio una determinata percentuale di tale credito, molto meglio degradarlo in parte a chirografo. In questo modo potrebbe anche concorrere al riparto pertoccante appunto ai chirografi , e risulterebbe di minore impatto . In definitiva, si tratta di adeguare in un certo modo la questione dei privilegi, che di fatto stanno snaturando ogni logica nel riparto della perdita causata da una procedura . L'impianto originario dei privilegi è stato vieppiù ampliato , tanto che ora ai chirografi, come è esperienza comune riscontrare, poco o quasi nulla spetta . I veri paria delle procedure sono proprio loro, i creditori chirografari, e non pare equo, nemmeno socialmente, imputare loro tutta o gran parte della perdita. In definitiva, sono loro quelli che hanno consentito all'impresa di andare avanti , essendo per la quasi totalità i fornitori . Senza di loro ogni impresa non può essere gestita, e penalizzarli come oggi si fa non pare corretto, come si è detto. Probabilmente tutta la questione dei privilegi, e conseguentemente dei chirografi, meriterebbe un approfondimento , anche alla luce delle dinamiche aziendali di questi anni .
Marco Baldi, Dottore commercialista in Arezzo

5 Ottobre 2021 18:09

Mi trovo perfettamente d'accordo con le proposte avanzate dall'Autore.
Anzi, riguardo alla seconda, mi sento ancora più audace: trovo che i privilegi siano assai "diseducativi" quanto al comportamento degli attori sul mercato economico e sono indice di una mentalità antiquata. A prescindere dai privilegi legati ai crediti da lavoro dipendente che sicuramente sono da conservare, la mia opinione è che gran parte di tutti i restanti privilegi vadano drasticamente aboliti o ridimensionati, in modo da spingere gli operatori ad un comportamento virtuoso in "autotutela" delle loro posizioni economiche sin dal momento in cui sono stipulati i contratti di fornitura che poi porteranno all'emergere dei crediti. In altre parole, se gli operatori sapessero dall'inizio che il loro credito non è "assistito", prenderebbero fin dall'inizio decisioni più oculate, evitando di concedere eccessivo credito al cliente, impostando una sana di procedura di affidamento cliente per cliente, interromperebbero i rapporti precocemente onde evitare di accumulare crediti eccessivi. Alla lunga, il cattivo pagatore (che spesso è anche cattivo imprenditore) verrebbe emarginato quasi automaticamente dal mercato, con tutti i positivi effetti che questo comporterebbe. Nella mia esperienza ho visto, ad esempio, avvocati che hanno tranquillamente lavorato anni ed anni per un cliente che non pagava mai, accumulando ingenti crediti professionali fidando proprio nel privilegio mobiliare. Ecco, questi comportamenti, a mio parere, non sono tollerabili in un mercato efficiente, sono nicchie di privilegio alquanto immotivate: se il cliente non paga, l'avvocato o il fornitore devono cessare di assisterlo, altrimenti si consente che costui continui ad operare, magari fatturando sottocosto pur di continuare a lavorare, danneggiando così le imprese concorrenti e inquinando l'efficienza e la sana concorrenza del mercato.
giuseppe rebecca, dottore commercialista in Vicenza

6 Ottobre 2021 18:54

Mi trovo perfettamente d'accordo con le proposte avanzate dall'Autore.
Anzi, riguardo alla seconda, mi sento ancora più audace: trovo che i privilegi siano assai "diseducativi" quanto al comportamento degli attori sul mercato economico e sono indice di una mentalità antiquata. A prescindere dai privilegi legati ai crediti da lavoro dipendente che sicuramente sono da conservare, la mia opinione è che gran parte di tutti i restanti privilegi vadano drasticamente aboliti o ridimensionati, in modo da spingere gli operatori ad un comportamento virtuoso in "autotutela" delle loro posizioni economiche sin dal momento in cui sono stipulati i contratti di fornitura che poi porteranno all'emergere dei crediti. In altre parole, se gli operatori sapessero dall'inizio che il loro credito non è "assistito", prenderebbero fin dall'inizio decisioni più oculate, evitando di concedere eccessivo credito al cliente, impostando una sana di procedura di affidamento cliente per cliente, interromperebbero i rapporti precocemente onde evitare di accumulare crediti eccessivi. Alla lunga, il cattivo pagatore (che spesso è anche cattivo imprenditore) verrebbe emarginato quasi automaticamente dal mercato, con tutti i positivi effetti che questo comporterebbe. Nella mia esperienza ho visto, ad esempio, avvocati che hanno tranquillamente lavorato anni ed anni per un cliente che non pagava mai, accumulando ingenti crediti professionali fidando proprio nel privilegio mobiliare. Ecco, questi comportamenti, a mio parere, non sono tollerabili in un mercato efficiente, sono nicchie di privilegio alquanto immotivate: se il cliente non paga, l'avvocato o il fornitore devono cessare di assisterlo, altrimenti si consente che costui continui ad operare, magari fatturando sottocosto pur di continuare a lavorare, danneggiando così le imprese concorrenti e inquinando l'efficienza e la sana concorrenza del mercato.
E' giusta la osservazione del collega Baldi . Qualche creditore privilegiato non si fa eccessivi scrupoli a contrarre con un soggetto in presunta insolvenza e continua a fornire le sue prestazioni , contando sul privilegio . Tra questi forse anche qualche professionista, ma si tenga anche conto del limite biennale del privilegio, che limita parecchio questo aspetto.
In ogni caso i privilegi, oltre a gravare tutti, indistintamente, su una unica categoria di soggetti, i creditori chirografari, che in buona sostanza sono i fornitori dell'impresa, quelli senza i quali l'attività non potrebbe nemmeno essere svolta, possono anche di fatto limitare i controlli sulla situazione aziendale del cliente. Una maggiore attenzione potrebbe alla fin fine avvantaggiare tutti.