Le Liquidazioni Giudiziali ed i Fallimenti dichiarati nella Regione Umbria al 30 giugno 2024
Alberto Valcarenghi, Dottore Commercialista in Crema
30 Ottobre 2024
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1) il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Umbria, per ogni Tribunale, al 30 giugno dell’anno 2024, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati al 30 giugno dell’anno 2023;
Si precisa che, nel presente elaborato, con il termine procedure, vengono indicate le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti. Inoltre vengono citati alcuni studi ed analisi nazionali e regionali.
Il capoluogo della Regione Umbria è Perugia. L’Umbria conta 854 mila abitanti e quasi i tre quarti della popolazione abitano nella provincia di Perugia. In base ai dati ISTAT, la provincia di Perugia ha una popolazione di 638 mila abitanti e quella di Terni ha una popolazione di 216 mila abitanti circa.
La popolazione regionale è composta per il 51,6% da donne e per il 48,4% da uomini. L’età media è di 48 anni.
Gli stranieri censiti sono circa 89 mila e provengono da 157 diversi paesi, principalmente: Romania, Albania e Marocco.
La città di Perugia è la prima per numero di abitanti con 162 mila, mentre il comune più piccolo è il comune di Poggiodomo (PG) con 94 abitanti.
Dall’analisi delle caratteristiche fisiche dei comuni, emerge un’elevata presenza di comuni collinari (74,0%) nei quali vive la quasi totalità della popolazione umbra (84,3%), mentre in quelli di montagna (26,0%) vive appena il 15,7% degli umbri.
Le dodici colline dell’Umbria sono costellate da decine di borghi medioevali.
Il turismo è molto importante e, a tal proposito, si segnalano alcune mete particolarmente apprezzate dai turisti italiani e stranieri.
Perugia è una città etrusca, romana, medievale, rinascimentale, sede universitaria tra le più antiche e prestigiose d’Italia e del mondo. È un luogo dai mille volti, tutti affascinanti e intrisi di storia.
Orvieto è una delle città più antiche d’Italia. Di origini etrusche, questa città possiede un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell’Umbria. È famosa soprattutto per il suo Duomo, simbolo della città e una delle cattedrali più spettacolari in Italia e nel mondo.
La città di Assisi è conosciuta in tutto il mondo. Il più illustre dei suoi cittadini, San Francesco, nasce nel 1182, fondatore dell'ordine che da lui poi prese il nome (Ordine Francescano), è stato proclamato santo da papa Gregorio IX nel 1228; dichiarato, assieme a santa Caterina da Siena, patrono principale d'Italia. Profondamente ascetico, era conosciuto anche come "il poverello d'Assisi" per via della sua scelta di spogliarsi di ogni bene materiale e condurre una vita minimale, in totale armonia di spirito. Oltre all'opera spirituale, Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come uno degli iniziatori della tradizione letteraria italiana.
La leggenda lega le origini di Assisi a Dardano, figura mitologica la cui stirpe fu fondatrice della città di Troia. Egli avrebbe edificato la città otto secoli prima di Roma e, per rendere grazie ad Atena, dea della guerra e della sapienza, innalzò un tempio in suo nome. Lo stesso tempio che sorge ancora oggi nella piazza principale e, nonostante ospiti la chiesa di S. Maria sopra Minerva, è il simbolo più importante del periodo classico di tutta la città.
CONFRONTO TRA LE LIQUIDAZIONI GIUDIZIALI ED I FALLIMENTI DICHIARATI AL 30/06/2024 E AL 30/06/2023
Nei tre Tribunali della Regione Umbria, nel primo semestre 2024, sono stati dichiarati n. 63 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle 70 liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati nel primo semestre 2023, con un decremento totale di 7 procedure, pari al 10% circa in meno rispetto al 30 giugno 2023. Il Tribunale di Perugia ha evidenziato un incremento, mentre i Tribunali di Spoleto e Terni hanno evidenziato un decremento. Al 30 giugno 2024, il Tribunale di Perugia, con 34 procedure, evidenzia un incremento di 4 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 13%, rispetto al 30 giugno 2023. Il Tribunale di Perugia ha dichiarato il 54% delle procedure di tutta la Regione. Il Tribunale di Spoleto, con 21 procedure, evidenzia un decremento di 10 procedure, mentre il Tribunale di Terni evidenzia un decremento di una sola procedura.
CONFRONTO TRA LE PROCEDURE DICHIARATE NEGLI ULTIMI 12 MESI SOLARI DAL 01/07/23 – AL 30/06/24 RISPETTO AL PERIODO DAL 01/07/22 - AL 30/06/23
Il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati in Umbria negli ultimi 12 mesi solari, dal 01/07/2023 al 30/06/2024, è pari a 121 registrando un’invarianza rispetto al numero di procedure dichiarate dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023.
CONFRONTO TRA LE PROCEDURE DICHIARATE NEGLI ANNI 2023, 2022, 2021 E 2020
Il numero delle procedure dichiarate nel 2023 è stato di 128, rispetto alle 116 dichiarate nell’anno 2022, con un incremento di 12 procedure, pari al 10,3%. I fallimenti dichiarati nel 2021 erano stati 150, mentre nel 2020 erano stati 109.
Nell’anno 2023, il Tribunale di Perugia ha evidenziato il numero maggiore di procedure, pari a 65, con una percentuale del 51% sul totale, mentre nell’anno 2022 le procedure erano state 60. Nell’anno 2021 i fallimenti dichiarati erano stati 85 e nell’anno 2020 erano stati 65.
Il Tribunale di Spoleto, nell’anno 2023, è stato il secondo Tribunale della Regione per numero di procedure dichiarate. Al 31 dicembre 2023, il Tribunale di Spoleto ha dichiarato n. 44 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto ai 37 dell’anno precedente, con un incremento di 7 procedure, pari al 19%.
Il Tribunale di Terni, nell’anno 2023, è stato il terzo Tribunale della Regione per numero di procedure dichiarate. Al 31 dicembre 2023, il Tribunale di Terni ha dichiarato n. 19 liquidazioni giudiziali e fallimenti. Anche l’anno precedente il Tribunale di Terni ha dichiarato n. 19 procedure registrando un’invarianza.
In Umbria le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati negli ultimi 12 mesi, pari a 121, sono 12 in più rispetto all’anno 2020, che evidenziava 109 fallimenti.
Il giorno 21 giugno 2024, la Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto n. 10, relativo all’Economia della Regione Umbria. Di seguito vengono sintetizzati alcuni aspetti della citata analisi.
Nel 2023 l'attività economica umbra ha rallentato. Secondo le stime della Banca d’Italia, basate sull'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), il prodotto interno lordo è aumentato di circa mezzo punto percentuale. L'incremento, concentrato nel primo trimestre, è stato inferiore rispetto a quello osservato nel Paese (0,9 per cento). Dalla primavera dello scorso anno, l'indicatore Regionale, che misura la dinamica di fondo dell'economia regionale, è entrato in territorio negativo.
L'andamento dell'attività ha risentito della debolezza della domanda interna ed estera e del marcato incremento del costo dei finanziamenti. In un contesto sempre più incerto, si è osservato un raffreddamento dei consumi e un calo della spesa privata per investimenti; quella pubblica è stata invece sostenuta dall'avvio dei lavori legati al PNRR.
Lo scorso anno, l'attività agricola regionale si è ridotta a causa delle sfavorevoli condizioni meteorologiche. Nell'industria, le vendite sono state penalizzate dalla debolezza degli ordinativi. La maggior parte delle aziende ha ridotto gli investimenti; quelli in tecnologie avanzate sono rimasti tuttavia elevati. È proseguita la fase di espansione dell'edilizia, che ha beneficiato dell'accelerazione nella realizzazione delle opere pubbliche e, nell'ultima parte dell'anno, dei lavori di riqualificazione delle abitazioni in vista della riduzione degli incentivi fiscali.
Nel terziario l'attività ha rallentato; il forte recupero delle vendite, iniziato all'indomani della fase più acuta della pandemia, appare ormai in via di esaurimento. Il settore continua a essere sostenuto dal turismo, che nell'ultimo biennio ha mostrato una vivacità molto più marcata rispetto al passato e al resto del Paese. Le presenze e gli arrivi hanno toccato lo scorso anno i livelli più elevati di sempre, grazie a una crescita estesa a tutto il territorio regionale, più intensa per le strutture extralberghiere.
Le condizioni economiche delle imprese sono ulteriormente migliorate. La quota di imprese in utile ha raggiunto un nuovo massimo; l'ampliamento dei margini reddituali è stato favorito dalla dinamica ancora contenuta delle retribuzioni e dalla progressiva riduzione dei costi per l'acquisto degli input produttivi ed energetici
Lo scorso anno, l'occupazione ha ripreso a crescere, grazie al significativo incremento dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Il concomitante calo degli inattivi ha portato il tasso di partecipazione a un valore elevato nel confronto storico. Tuttavia sono ulteriormente aumentate le difficoltà segnalate dalle aziende nel reperimento di manodopera, più accentuate che nel resto del Paese e riconducibili principalmente al ridotto numero di candidati.
Nonostante le favorevoli condizioni del mercato del lavoro, nel 2023, i consumi delle famiglie sono cresciuti a ritmi inferiori rispetto al biennio precedente. Il reddito disponibile si è ridotto per effetto dell'inflazione. Le compravendite di abitazioni hanno ripreso a diminuire anche per la maggiore onerosità dei mutui. Sono invece tornati ad aumentare gli acquisti di beni durevoli, sostenuti dall'ancora robusto ricorso alle forme di finanziamento dedicate. Il rialzo dei tassi di interesse ha indotto le famiglie a trasferire una parte dei depositi in conto corrente verso strumenti più remunerativi, in particolare titoli di Stato.
Il credito all'economia regionale ha iniziato a contrarsi dalla primavera dello scorso anno. La dinamica si è accentuata nei mesi successivi e ha riflesso le minori richieste di finanziamenti, in connessione con l'inasprimento delle condizioni creditizie. La flessione è stata molto più marcata per le imprese, anche a causa degli ingenti rimborsi anticipati di prestiti.
Nel 2023 la spesa corrente degli enti territoriali umbri è cresciuta in misura meno intensa che in Italia.
L'ammontare degli investimenti ha registrato un incremento rilevante, grazie all'avvio delle opere finanziate dal PNRR e all'avanzamento più intenso rispetto agli anni precedenti nell'utilizzo dei fondi legati alle politiche di coesione. Il grado di aggiudicazione delle gare, connesse con il Piano, risulta più elevato rispetto alle aree di confronto.
In sintesi, concludendo, si è assistito nella regione Umbria: