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Le Liquidazioni Giudiziali ed i Fallimenti dichiarati nella Regione Emilia Romagna al 30 giugno 2024

Alberto Valcarenghi, Dottore Commercialista in Crema

30 Luglio 2024

Con il presente elaborato si evidenzia il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Emilia Romagna, al 30 giugno 2024, con alcuni confronti e considerazioni. 

Riproduzione riservata
Con il presente elaborato si evidenzia il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Emilia Romagna al 30 giugno 2024 con alcuni confronti e considerazioni. Vengono di seguito riportate tre tabelle, che evidenziano rispettivamente: 
1) il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Emilia Romagna per ogni Tribunale al 30 giugno dell’anno 2024, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati al 30 giugno dell’anno 2023; 
2) il riepilogo delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati negli ultimi 12 mesi solari, dal 01/07/2023 al 30/06/2024, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati dal 01/07/2022 al 30/06/2023; 
3) il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Emilia Romagna per ogni Tribunale al 31 dicembre dell’anno 2023, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati negli anni 2022-2021. 
Si precisa che nel presente elaborato, con il termine procedure vengono indicate le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti. Inoltre vengono citati alcuni studi ed analisi nazionali e regionali. 
La Regione Emilia Romagna ha due nomi perché Emilia deriva dal nome dell’antica via che attraversa la regione, la via Emilia, fatta costruire dal console romano Emilio Lepido nel II secolo a.c. e Romagna che deriva dal termine Romània, con il quale nel medioevo si indicava il territorio di Ravenna. 
In base ai dati ISTAT, l’Emilia Romagna ha una popolazione di 4,4 milioni di abitanti, pari al 7,5% del dato nazionale. Il capoluogo di Regione è Bologna ed i comuni sono 330. Gli stranieri censiti sono 565 mila circa pari al 12,8% della popolazione regionale. 
La popolazione oggi è composta per il 50,9% da donne e per il 49,1% da uomini. 
La città di Bologna è la prima per numero di abitanti con 391 mila, mentre il comune più piccolo è il comune di Zerba (PC) con 72 abitanti. 
La superficie della regione è di 22.509,67 km quadrati, con una densità della popolazione di 198,09 abitanti per km quadrato. 
L’età media della popolazione in Emilia Romagna è di 46,8 anni contro i 46,4 della media nazionale. Il PIL della regione è pari al 8,8% circa del PIL nazionale. 

Tabella 1 
Confronto tra le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati al 30/06/2024 con i fallimenti dichiarati al 30/06/2023
Nei nove Tribunali della Regione Emilia Romagna, nel primo semestre 2024 sono stati dichiarati n. 288 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle 295 liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati nel primo semestre 2023, con un decremento totale di 7 procedure, evidenziando una diminuzione pari al 2% rispetto al 30 giugno 2023. 
I Tribunali di Bologna, Forlì e Parma hanno evidenziato un incremento, i Tribunali di Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini hanno evidenziato un decremento ed il Tribunale di Piacenza ha evidenziato lo stesso numero di procedure. 
Al 30 giugno 2024, il Tribunale di Bologna con 68 procedure evidenzia un incremento di 8 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 13%, rispetto al 30 giugno 2023. Il Tribunale di Bologna ha dichiarato il 24% delle procedure dichiarate in tutta la regione. 
Al 30 giugno 2024, il Tribunale di Modena è il secondo Tribunale della Regione per numero di procedure dichiarate, con 57 procedure, pari al 20% del totale regionale, ed evidenzia un decremento di 5 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al -8% circa, rispetto al 30 giugno 2023. 
Il Tribunale di Parma è il terzo Tribunale della Regione per numero di procedure dichiarate. Al 30 giugno 2024, il Tribunale di Parma ha dichiarato n. 44 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle 26 del periodo precedente, con un incremento del 69%. Il Tribunale di Parma ha dichiarato il 15% delle procedure di tutta la regione. 
Il Tribunale di Ravenna è il quarto Tribunale della regione per numero di procedure dichiarate. Al 30 giugno 2024 il Tribunale di Ravenna ha dichiarato n. 26 liquidazioni giudiziali e fallimenti rispetto alle 28 del periodo precedente. Il Tribunale di Ravenna ha dichiarato il 9% delle procedure della regione Emilia Romagna. 
I primi tre Tribunali dell’Emilia Romagna (Bologna, Modena e Parma) sopra indicati hanno dichiarato nel primo semestre 2024 complessivamente n. 169 procedure, pari al 59% circa delle liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati in tutta la Regione. 

Tabella 2 
Confronto tra le procedure dichiarate negli ultimi 12 mesi solari dal 01/07/2023 – al 30/06/2024 rispetto al periodo dal 01/07/2022 - al 30/06/2023
Il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati in Emilia Romagna negli ultimi 12 mesi solari, dal 01/07/2023 al 30/06/2024, è pari a 549, rispetto ai 535 dichiarati dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023, con un incremento di 14 procedure, pari al 3%.  
Negli ultimi 12 mesi, tutti i Tribunali evidenziano un incremento, fatta eccezione per Ferrara, Piacenza e Reggio Emilia. Il Tribunale di Bologna ha dichiarato n. 118 procedure, con un incremento di 7 procedure, pari al 6%; il Tribunale di Modena ha dichiarato n. 107 procedure, con un incremento di 1 procedura; il Tribunale di Parma ha dichiarato n. 69 procedure, con un incremento di 13 unità, pari al 23%. 

Tabella 3 
Confronto tra le procedure dichiarate negli anni 2023, 2022, 2021 e 2020
Il numero delle procedure dichiarate nel 2023 è stato di 556, rispetto alle 515 dichiarate nell’anno 2022 con un incremento di 41, pari all’8%. I fallimenti dichiarati nel 2021 erano stati 656, mentre nel 2020 erano stati 559. 
Nell’anno 2023 il Tribunale di Modena ha evidenziato il numero maggiore di procedure, pari a n. 112 con una percentuale del 20,1% sul totale, mentre nell’anno 2022 le procedure erano state 92. Nell’anno 2021 i fallimenti dichiarati erano stati 121, nell’anno 2020 erano stati 113. 
Il Tribunale di Bologna nell’anno 2023 è stato il secondo Tribunale della Regione per numero di procedure dichiarate. Al 31 dicembre 2023, il Tribunale di Bologna ha dichiarato n. 110 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle 115 dell’anno precedente, con un decremento di 5 procedure, pari al -4% circa. 
In Emilia Romagna le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati negli ultimi 12 mesi sono pari a 549, 10 in meno rispetto all’anno 2020, che evidenziava 559 fallimenti. 
Il 13 giugno 2024 la Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto n. 8 relativo all’Economia della regione Emilia Romagna. Di seguito vengono sintetizzati alcuni aspetti della presente analisi. 
Lo scorso anno la crescita dell'economia dell'Emilia‑Romagna si è attenuata: l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia evidenzia un incremento del prodotto dell'1,1 per cento (3,4 nel 2022), un valore in linea con quello del Nord Est e leggermente superiore alla media italiana. L'attività ha perso progressivamente slancio nel corso del 2023, in concomitanza con l'indebolimento dei consumi e della domanda estera. Gli investimenti hanno rallentato, nonostante quelli in costruzioni siano stati sospinti da un significativo sostegno pubblico; nell'industria in senso stretto l'accumulazione di capitale ha ristagnato, risentendo dell'aumento del costo del denaro e dell'elevata incertezza sull'evoluzione del quadro congiunturale. 
La produzione agricola si è ridotta a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli che hanno interessato tutta la regione e dell'alluvione che ha colpito la Romagna. Il valore aggiunto dell'industria in senso stretto ha segnato una flessione, vi ha inciso la riduzione delle esportazioni a prezzi costanti. La manifattura ha tuttavia mostrato segni di vitalità in alcune branche di specializzazione regionale, quali l'alimentare e la meccanica. L'espansione nelle costruzioni è proseguita, sebbene in misura più contenuta rispetto al 2022; con l'avvicinarsi del ridimensionamento degli incentivi fiscali, il comparto ha accelerato nell'ultima parte dell'anno. Anche la domanda per le opere pubbliche legata all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha contribuito a sostenere la produzione edile. Il settore dei servizi ha continuato a crescere, ma l'attività ha rallentato rispetto all'anno precedente, risentendo dell'indebolimento della domanda interna. 
Nonostante l'aumento degli oneri finanziari dovuto al rialzo dei tassi d'interesse, larga parte delle aziende ha conseguito un utile, beneficiando del quadro congiunturale moderatamente positivo, seppur in rallentamento, e di una dinamica salariale che si è confermata contenuta. 
È proseguita la crescita degli occupati che sono tornati sui livelli del 2019; il tasso di disoccupazione è invece rimasto stabile su un valore contenuto nel confronto storico. Una quota rilevante delle imprese intervistate nell'ambito dell'indagine della Banca d'Italia ha continuato a segnalare notevoli difficoltà di reperimento del personale. 
Il reddito delle famiglie residenti è cresciuto a valori correnti ma si è lievemente ridotto in termini reali a causa dell'inflazione, attestandosi su un livello inferiore del 2,5% rispetto a quello antecedente la pandemia. Pur rimanendo sostenuta la dinamica dei prezzi al consumo ha rallentato, prevalentemente per effetto delle componenti legate all'abitazione e alle utenze. Nonostante la modesta contrazione dei redditi reali, i consumi sul territorio regionale si sono espansi, seppure meno intensamente rispetto all'anno precedente, superando quelli del 2019. Si è rafforzata soprattutto la spesa per beni durevoli, sostenuta dalla dinamica positiva del credito al consumo. I nuovi mutui erogati per l'acquisto di abitazioni si sono invece ridotti, risentendo dell'aumento dei tassi di interesse. 
La crescita del costo dei finanziamenti e il rallentamento congiunturale hanno indotto un calo della domanda di prestiti bancari; le condizioni di offerta hanno registrato una lieve restrizione per il complesso del comparto produttivo e una più pronunciata nelle costruzioni. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto ai finanziamenti in bonis ha mostrato un lieve peggioramento sia per le famiglie sia per le imprese, pur rimanendo su livelli contenuti nel confronto storico. 
La spesa degli enti territoriali è cresciuta nella componente corrente e in misura più intensa in quella in conto capitale. Su quest'ultima ha inciso il forte incremento degli investimenti in opere pubbliche, anche in attuazione del PNRR. 
Nel primo trimestre dell'anno in corso, secondo l'indicatore ITER, nelle regioni del Nord Est l'espansione del prodotto sarebbe proseguita a un ritmo contenuto e sostanzialmente in linea con la dinamica nazionale. 
L'attività economica potrebbe trarre beneficio dal rafforzamento del commercio mondiale e dalla crescita della spesa pubblica per l'attuazione del PNRR; la riduzione dell'inflazione favorirebbe la ripresa dei redditi reali e l'aumento dei consumi. Su questo scenario gravano tuttavia rischi al ribasso legati a un eventuale acuirsi delle tensioni geopolitiche, che potrebbero incidere sia sul processo di disinflazione sia sui volumi degli scambi commerciali internazionali. 
In sintesi si è assistito nella regione Emilia Romagna: 
- ad un decremento del numero delle Liquidazioni Giudiziali e dei Fallimenti rispetto al 30/06/2023, con una diminuzione del 2%, pari a 7 procedure in meno; 
- ad un incremento del numero delle Liquidazioni Giudiziali e dei Fallimenti evidenziati nei 12 mesi solari 01/07/2023 – 30/06/2024 rispetto al periodo 01/07/2022 – 30/06/2023 con un aumento di 14 procedure, pari al 3%; 
- ad un decremento del numero delle Liquidazioni Giudiziali e dei Fallimenti evidenziate nei 12 mesi solari 01/07/2023 – 30/06/2024 rispetto all’anno 2020 con una diminuzione di 10 procedure. 
In base ai dati sopra riportati, in Emilia Romagna, il numero delle procedure negli ultimi 12 mesi evidenzia un incremento, mentre evidenzia un decremento nei 6 mesi e rispetto all’anno 2020. L’attività imprenditoriale, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come l’attuale, comporta dei rischi che possono essere attenuati dall’applicazione degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili ai sensi dell’art. 2086.c.c. 
Ma è utile ricordare cosa diceva il Presidente Sandro Pertini: “Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai.” 

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